Un idillio, quello che emerge dalle lettere tra le due grandi scrittrici Katherine Mansfield e Virginia Woolf, non privo però di reciproca ‘invidia’ sull’abilità di scrivere. Audio/testo


Per il ciclo di Radio 3 Rai, ‘Gettoni di letteratura – piccole storie di grandi scrittori’, Florinda Fiamma racconta del rapporto tra le scrittrici Katherine Mansfield e Virginia Woolf. Audio (3′)/testo

Quando Virginia Woolf vede Katherine Mansfield per la prima volta a casa di un amico, inorridisce: “Così si vestono le puttane”, osserva sgomenta. Ma il rapporto tra le due scrittrici migliora nel tempo. Nell’agosto del 1917 Katherine raggiunge Virginia nella residenza di Asheham, le due scrittrici fanno una lunga passeggiata in collina, contemplando i cardi, le farfalle e gli aerei che solcano il cielo. Virginia nell’agosto del 1919 le scrive: “Mi piace pensare a te come a un’amica”. KM risponde: “Mai e poi mai potrei dimenticarti. Non mi crederesti se ti dicessi quante volte ti ritrovo nel mio cuore e nella mia mente. Adoro pensare a te”. Un idillio, quello tra le due scrittrici, velato da reciproche gelosie. Virginia Woolf in una lettera a sua sorella le confessa la propria invidia: “È un’opera d’arte, il racconto. Vorrei scrivere come scrive Katherine. È terribile soffrire di gelosia, ma tanto vale riconoscerlo” del resto anche la Mansfield invidia Virginia, è convinta che lei scriva come scrive, e cioè “divinamente”, perché ha Leonard, suo marito. La Mansfield invece, anche se è sposata, non ha un uomo che la sostenga davvero. Ma una donna sì, o più di una. In Nuova Zelanda, s’era innamorata di una principessa Maori. A Parigi, della giornalista Beatrice Hastings, che è stata l’amante di Modigliani. A Londra, di Ida Baker,  l’amica di scuola, la compagna di banco del Queen’s College. Quando si conoscono, Ida ha appena perso la madre, è un’orfana e si butta ai piedi di KM con entusiasmo. Diventa la sua schiava. Katherine le dice: “È solo quando sei in casa che ti amo, sì sì ti amo solo quando sei cieca verso di tutti tranne che verso di me”.
In una casa sperduta sulla collina che guarda Ospedaletti, vicino a Sanremo, tra piatti di porcellana, miele, polvere di curry, tè, brioches e rigogliose siepi di rose, Katherine cammina già col bastone, ha perso sette chili, sfinita dalla tubercolosi. Nei periodi della malattia Katherine scrive la mattina e il pomeriggio. Sta scrivendo il racconto Preludio, che verrà poi pubblicato dalla Hogarth Press, la casa editrice di Virginia Woolf, racconto in cui, le piccole protagoniste Lottie e Kenzia, ogni giorno traslocano nella nuova casa.
Al suo fianco c’è Ida Backer, amica, dama di compagnia, infermiera, complice, che chiama ironicamente “mia moglie”. Ida, dal canto suo, ama Kath con dedizione assoluta. “Prendimi Katie, ti appartengo, ti servirò, ti seguirò ovunque me l’ordinerai”.

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Qualcosa da leggere, per approfondire:
Vita breve di Katherine Mansfield di Pietro Citati (Adelphi)
La figlia del sole di Nadia Fusini (Mondadori)
Lettere di Katherine Mansfield (Elliot)


Da Gettoni di Letteratura – Raiplay Radio piccole storie di grandi scrittori


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