25  GENNAIO 1882: nasce Virginia Stephen Woolf. Per il suo compleanno alcune note curiose sulla sua vita, partendo dai soprannomi, da capra a lupa. Audio/testo


La vita di Virginia Stephen Woolf in questa biografia (audio di4’37”) e testo nella biografia pubblicata dalla Rai. Tante le curiosità su ‘Ginny’, a partire dai soprannomi, da capra a lupa.

«Nella timida penombra o in piena luce vivevo in un mondo popolato di stivali e di sottane, galleggiando come una nave nell’oceano»
Adeline Virginia Stephen, che sarà però nota come Virginia Woolf, è la seconda figlia di Leslie Stephen e Julia Prinsep Jackson, e nasce il 25 gennaio 1882, «in un mondo – come scrive lei stessa – tardo ottocentesco molto comunicativo, molto letterario e articolato, in cui si facevano visite e si scrivevano lettere».
Appena nata Virginia è bellissima, la chiamano Beauty, ma anche Ginny, Ginnum, Ginia. La vezzeggiano tutti, in particolare sua sorella Vanessa, che la ricorda rosea, paffuta, con grandi occhi verdi. L’infanzia di Virginia trascorre felice; con i fratelli Thoby e Vanessa, maggiori di lei, e Adrian, minore di un anno, si dedica alle sue passioni: il collezionismo di insetti e la rilegatura di libri. Crescono tutti insieme nella grande casa al numero 22 di Hyde Park Gate, a Londra, Virginia, i genitori, i sette tra fratelli e fratellastri (sia la madre che il padre di Virginia sono al loro secondo matrimonio) e una schiera di domestici. Passano i pomeriggi nella grande casa londinese a dipingere e leggere ad alta voce. Per qualche anno i fratelli Stephen redigono un giornalino The Hyde Park News di cui Virginia è praticamente caporedattrice tutto fare.
Ma a rompere l’idillio familiare c’è una tragedia: nel 1895 muore la madre Julia. Un lutto profondissimo per Virginia, allora tredicenne, che sfocia nella prima crisi di malattia mentale.
Virginia e Vanessa poi rimangono sole: la loro educazione continua a casa. Infatti loro due, in quanto donne, non vengono mandate all’università, mentre i fratelli sì. Virginia studia latino e greco, da autodidatta, può rovistare nella biblioteca del padre (a cui è molto legata, e che permette solo a lei di accedere alla sua biblioteca personale e di scegliere i libri che preferisce). Virginia in una lettera scrive: «Ricavavo dai libri con fatica e tutta sola le risposte che gli uomini trovavano dalle conversazioni ogni sera, quando siedono a fumare la pipa davanti al fuoco».
Virginia da bambina si circonda di un curioso zoo che include uno scoiattolo, una marmosetta e un topino di nome Jacobi. E poi ama dare nomignoli di animali alle persone della sua vita. Sceglie “delfino” per la sorella Vanessa che in cambio la chiama “the Goat” la “capra”: scontrosa, imprevedibile, capricciosa, testarda. Del resto, nella vita e per lettera gioca sempre coi nomi, li storpia, li deforma, ne inventa di nuovi per sé, i fratelli, la sorella, gli amici. E quando, dopo il matrimonio con Leonard Woolf nel 1912, inizia a firmarsi come Virginia Woolf, si fa chiamare la donna del Lupo. O Virginia Lupo. La prima pubblicazione della Woolf fu il necrologio del cane di famiglia. E poi, anni dopo, nel 1933, per gioco scrive una piccola biografia canina: Flush, vita di un cane. Il protagonista è un cocker spaniel, che apparteneva alla poetessa Elizabeth Barret Browning che scriveva di lui nelle sue lettere. La figura di questo cane le sembrò così divertente dal decidersi di dargli una vita. E a sorpresa quel libro diventa un vero successo popolare, vende 19mila copie in poco tempo.
Virginia, di solito, lavora su uno scrittoio alto più di un metro con il piano inclinato. Per cui si trova a scrivere in piedi, per imitare la sorella Vanessa, che fa la pittrice. E in una lettera scrive: «Non voglio che gli ospiti pensino che faccia un lavoro più arduo del mio, se lei passa ore in piedi a dipingere posso farlo anche io, a scrivere». Lo scrittore Edward Morgan Forster scrive della Woolf: «Non ho mai conosciuto nessuna creatura al mondo che amasse così tanto scrivere».
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Bibliografia essenziale, per approfondire
Virginia Woolf, Spegnere le luci e guardare il mondo di tanto in tanto. Riflessioni sulla scrittura. A cura di Federico Sabatini (minimum fax)
Virginia Woolf, Diario di una scrittrice. Prefazione di Ali Smith, introduzione di Leonard Woolf (minimum fax)
Virginia Woolf, Ritratto della Scrittrice da giovane (Utet)
Winifried Holtby, Virginia Woolf (Castelvecchi)


Audio e testo interamente tratti da Gettoni di Letteratura – Raiplay Radio


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