“Piccolo diario dei gesti consentiti” durante la quarantena e un femminile che esonda in “Punto di sutura” di Francesca Giannelli. Italia, maggio 2020.

Intro

Sei femmina, mi dissero, una effe

apposita casella, giusto segno 

perfetto sillogismo da premesse 

che dice cosa posso, che pretende 

di darmi la mia mappa, conquistare 

le zone più deserte, i desideri 

spiegarmeli da subito, allestire 

il baldacchino dei miei gusti standard. 

E io qui dall’interno mi domando 

come può definirmi un bordo fuori, 

cosa c’è che delimita i contorni 

che si pensa recinti tutto il resto 

tranquillamente sistemando i modi 

d’essere del mio essere, escludendo 

quello che esonda, che trascende, muta 

inesplorato, non spiegato, vasto: 

se mi vedete rinchiusa dentro un corpo 

di certo non pensate che mi basti 

che mi contenga, 

mi esaurisca 

o quieti. 

Primo movimento 

Il contatto, ci dicono, il contatto 

proibito bandito atomizzato 

va asciugato 

il gesto, la parola, nessun fluido 

va scambiato – 

solo sguardi

da lontano, quasi bassi, timorosi 

indecorosi irriverenti cercatori 

disciplinati nella colpa di affamare 

le mani troppo grandi, trattenute 

Secondo movimento 

Puoi toccarti, mi dicono, puoi entrare 

non ci sono confini sotto pelle

e infatti mi contorno, lentamente 

esco dentro il mio corpo, faccio largo 

abbatto le barriere allargo gli occhi 

entro senza ritegno, strappo e lascio 

allargo esondo esploro vocalizzo 

confondo le memorie, cucio strade 

percorsi nuovi dentro le sinapsi 

le vene i linfonodi i capillari 

effluvio e assorbo, insonne senza stelle

senza nessun imperativo a governarmi 

il tempo si dilata, come nuovo

non voglio che finisca e non lo dormo 

lo bevo tutto, io ne voglio ancora 

di questo angolo nascosto in fondo a tutto 

rifugio sotterraneo, algoso, vivo 

dove posso nascondermi, mutare 

cambiare ancora carne, deflagrare 

barriere imposte, regole, paure 

lo voglio nuovo, rispettoso, mio  

Terzo movimento 

Il contatto, ti dico, quel contatto 

dammelo intero non lo misurare 

agganciami la testa, questa notte

rimani accesa scorri nei pensieri 

percorri la mia sete, fatti immensa 

sorpassa il tempo, stringi nella presa

Quarto movimento 

Il contatto, diciamo noi, il contatto 

temuto ricercato rifiutato 

voluto agonizzato reclamato 

è quello che fa umani, infetta, cura 

rimette tutto a posto, chiude il cerchio 

pazientemente, un punto di sutura.  

 


Francesca Giannelli: insegnante di sostegno, filosofia e storia in un liceo versiliese. Ex libraia, lettrice onnivora, appassionata fotografa. Attraverso progetti fotografici e scrittura cerca di esplorare il corpo, le relazioni tra i corpi e gli spazi in cui si muovono e le conseguenti costruzioni e decostruzioni identitarie.


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