Oltre a dare il titolo al celebre romanzo, “le onde” richiamano le vacanze in Cornovaglia, la “gita al faro”, il mare aperto della solitudine della “signora Dalloway”, le profondità della coscienza in cui lei, sommozzatrice, cerca perle di scrittura


Il sole non s’era ancora levato. Il mare non si distingueva dal cielo; era solo appena increspato…
Avvicinandosi alla spiaggia ogni striscia si sollevava, si gonfiava, si rompeva, ricoprendo di un velo sottile d’acqua bianca la sabbia. L’onda si arrestava, poi si ritirava sibilando, come chi respiri lento, regolare e incosciente nel sonno».
Così inizia il romanzo di Virginia Woolf Le onde pubblicato nel 1931. La scrittrice, da bambina, è cresciuta tra Londra e la Cornovaglia, dove gli Stephen vanno in villeggiatura. Un’immagine di quegli anni, nell’estate del 1892, ritrae la famiglia Stephen che va alla stazione di Pegginton, insieme alla governante, alla cuoca e a tantissimi bagagli. Percorrono la Cornovaglia in treno e vanno a St. Ives, e appena arrivati i bambini corrono fino alla casa dietro una siepe. Fanno una passeggiata sulla scogliera. Virginia è sempre più legata alla sorella Vanessa, la loro è una complicità totale. Due bimbe nude immerse nelle acque della costa della Cornovaglia. Il pensiero del mare ricorre nella sua scrittura: come tutta l’ambientazione di Gita al faro, la sensazione della signora Dalloway di essere «lontana, lontanissima, in mare aperto, e sola», e ne Il segno sul muro, la Woolf pensa a un mondo sottomarino in un fondale tra «le acque grigie coi loro improvvisi bagliori di luce e i loro riflessi». Paesaggi marini e ricordi del mare che affiorano dalla sua infanzia.
Quando anche il padre muore, però, l’idillio si rompe. I ragazzi lasciano la casa monumentale del quartiere bene di Londra e le vacanze in Cornovaglia, e vanno a vivere a Bloomsbury. Nel febbraio del 1905, nella nuova casa al 46 Gordon Square, cominciano le serate del giovedì, organizzate da Thoby, a cui seguirà il Club del Venerdì, organizzato da Vanessa per parlare d’arte. I partecipanti sono i vecchi amici di Cambridge dei fratelli Stephen, tra cui Leonard Woolf futuro marito di Virginia. E passeranno alla storia come il “Bloomsbury Club” quelle serate di libertà intellettuale, che sono ritrovo per filosofi, scrittori, economisti e giornalisti. Nel 1910 Virginia aderisce al Movimento femminile per il suffragio e partecipa alla cosiddetta “beffa della Dreadnought”, la nave ammiraglia della flotta britannica sulla quale, con un gruppo di amici, si fa passare per un membro dell’entourage dell’imperatore d’Abissinia. Quando la beffa viene resa nota, il caso finisce sui giornali, la marina inglese viene umiliata creando problemi ai membri del Bloomsbury che ne avevano fatto parte. L’episodio rappresenta bene il clima del Bloomsbury Club: colto ed erudito ma anche goliardico e anticonformista.
Nel frattempo Leonard e Virginia si sposano il 10 agosto del 1912, e nel loro cassetto sono stipati sogni di gloria letteraria. Nel marzo 1915 esce finalmente il primo romanzo della Woolf, La crociera, ma lei non regge, i suoi nervi peggiorano e viene ricoverata. Virginia ama quello che lei chiama «il suono dell’inchiostro in ebollizione» e in una lettera scrive: «Domani mi vestirò lentamente; perderò tempo a parlare; annuserò una rosa rossa; attraverserò lievemente la veranda (muovendomi come se avessi un cesto di uova in testa), accenderò una sigaretta, metterò la mia tavola per scrivere sulle ginocchia; e mi immergerò, come una sommozzatrice, con molta cautela, nell’ultima frase che ho scritto ieri. Poi, dopo 20 minuti forse, vedrò una luce nel profondo del mare, e mi avvicinerò furtivamente… poiché le nostre frasi sono solo approssimazioni, una rete lanciata su perle di mare che potrebbero svanire; e che, una volta riportate, in superficie, saranno completamente diverse da come le avevo viste sott’acqua».
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Bibliografia essenziale, per approfondire
Virginia Woolf, Spegnere le luci e guardare il mondo di tanto in tanto. Riflessioni sulla scrittura. A cura di Federico Sabatini (minimum fax)
Virginia Woolf, Diario di una scrittrice. Prefazione di Ali Smith, introduzione di Leonard Woolf (minimum fax)
Virginia Woolf, Ritratto della Scrittrice da giovane (Utet)
Winifried Holtby, Virginia Woolf (Castelvecchi)

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