In questo podcast si racconta la nascita del saggio di Virginia Woolf “Una stanza tutta per sé”, pietra miliare del femminismo


«Desidero tanto una grande stanza tutta per me, piena di libri e nient’altro, in cui possa rinchiudermi, senza vedere nessuno e leggere fino a calmarmi completamente».
Dopo la morte di suo padre, nel 1904, quel lutto, che segue la tragica perdita della madre, segna una traccia molto profonda su Virginia che allora, per la prima volta, realizza che forse la sua unica salvezza arriva dai libri, dalla letteratura e scrive: «Quando vedo una penna con dell’inchiostro non posso fare a meno di attaccarmici, come a certa gente capita col gin». Nell’ottobre del 1928 Virginia Woolf viene invitata a tenere due conferenze sul tema Le donne e il romanzo. Grazie a quella occasione riesce a elaborare le sue riflessioni sul rapporto tra essere donna e la creatività letteraria. Il risultato è Una stanza tutta per sé, un saggio straordinario, che diventa una sorta di manifesto sulla condizione femminile dalle origini ai nostri giorni. Virginia si chiede come possa una donna dedicarsi alla letteratura se non possiede «denaro e una stanza tutta per sé». Questo saggio esce per la prima volta il 24 ottobre 1929. E la sorte le permette di crearsi la sua stanza grazie a un lascito: una vecchia zia le lascia in eredità 2500 sterline perché si affermi nella carriera di scrittrice. Ora che ha del denaro può smettere di recensire a pagamento libri che non le interessano.
«Che cosa significa “la realtà”?», si chiede alla fine di Una stanza tutta per sé. E continua: «Sembra essere qualcosa di molto impreciso, che ora si può trovare in una strada polverosa, ora in un pezzo di carta sul marciapiede, ora in un narciso al sole… Ma qualunque cosa essa tocchi, viene fissata e resa permanente. È questo che ci resta, quando abbiamo gettato dietro la siepe la buccia vuota del giorno; è questo che ci resta del tempo passato, dei nostri amori e delle nostre avversioni. Orbene lo scrittore, mi sembra, ha la possibilità di vivere, più di quanto possano vivere gli altri, in presenza di questa realtà. Il suo compito è trovarla, raccoglierla e comunicarla agli altri. Così almeno posso dedurre dalla lettura di Lear, di Emma o di Alla ricerca del tempo perduto».
Virginia, quasi per natura, o per costituzione, ha gusto, ama il bello e sa rilevare la qualità scadente, le falsità, anche e soprattutto in ambito letterario. Afferma di essere “il lettore comune”, più che un critico o uno studioso. C’è addirittura chi maligna che lei sia più brava come critico letterario che come scrittrice, anche se lei si ritiene semplicemente una che legge per il proprio piacere e non per dispensare cultura o per correggere opinioni altrui, è lei stessa a scriverlo di sé e del suo approccio nei confronti dei libri.
Virginia ha iniziato la sua carriera come critico letterario grazie a Violet Dickinson, amica della sua sorellastra, che i primi del ‘900 la presenta alla direttrice del supplemento femminile del Guardian, dove inizia subito a collaborare e presto comincia a scrivere anche sul supplemento letterario del Times. Cosa che, per gli anni in cui vive, non è affatto scontata né semplice: il fatto che venisse data voce a una donna in giornali di prestigio è un evento rivoluzionario. Nel 1938, poi, Virginia pubblica un saggio dal titolo Le tre ghinee, in cui analizza – e critica – il posto assegnato alle donne nella società e nella politica inglesi. Virginia poi scrive: «Se guarderemo in faccia il fatto – perché è un fatto – che non c’è neanche un braccio al quale dobbiamo appoggiarci ma che dobbiamo camminare da sole e dobbiamo entrare in rapporto con il mondo della realtà e non soltanto con il mondo degli uomini e delle donne, allora si presenterà l’opportunità». E ancora: «Non c’è cancello, nessuna serratura, nessun bullone che potete regolare sulla libertà della mia mente».

Bibliografia essenziale, per approfondire:
Virginia Woolf, Spegnere le luci e guardare il mondo di tanto in tanto. Riflessioni sulla scrittura. A cura di Federico Sabatini (minimum fax)
Virginia Woolf, Diario di una scrittrice. Prefazione di Ali Smith, introduzione di Leonard Woolf (minimum fax)
Virginia Woolf, Ritratto della Scrittrice da giovane (Utet)
Winifried Holtby, Virginia Woolf (Castelvecchi)


Da Gettoni di Letteratura – Raiplay Radio


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