Una giornata di settembre, anno 1978
dal diario di Maria Lega, benzinaia di Torino

Ci svegliamo sempre presto, io stamattina con mezz’ora di anticipo: inizia a fare freddo, dovrò accendere la stufa a legna in cucina.
La sua divisa è già pronta, stirata e posata con cura in fondo al letto insieme a mutande, calze e, in terra, le scarpe che ho lucidato, come sempre, ogni domenica mattina.
Così lui al risveglio non dovrà frugare negli armadi, facendo disordine, chiedendomi: “dov’é questo, dov’è quello..?
A breve i nostri nipoti scenderanno per fare colazione con noi, prima di andare a scuola, stamattina la loro madre è uscita presto per lavoro.

Lui si sta sbarbando.

Mi preparo, indosso la mia divisa, sono pronta, ho già preso i quaderni dei conteggi, oggi verranno le autocisterne per il rifornimento, dovrò annotarne con assoluta precisione lo scarico.
Puntuale alle 7 sul piazzale, aprirò il piccolo ufficio, che noi chiamiamo ‘gabbiotto’, sperando che durante la nostra assenza non sia passato nessuno a fare dispetti o forzarne la porta per cercare all’interno il denaro che non c’è.
Il nostro posto di lavoro non è distante da casa, bastano cinque minuti.

Il ‘capo’ è pronto, partiamo.

Ci siamo avventurati insieme, anni fa, con mio marito, nella gestione di questo distributore di benzina, la giornata scorre veloce, dopo tanti anni è come se tutto si fosse automatizzato.
Lui, mio marito, è il ‘capo’ (lo chiamo così durante la giornata lavorativa) e ne è orgoglioso, sua responsabilità è gestire il lavoro ‘sporco’ sulle auto come ad esempio il cambio dell’olio, i rifornimenti di carburante ai veicoli e, nei tempi morti, si occupa del roseto che circonda il piazzale.
I miei compiti sono molteplici: dalla gestione dell’incasso, dei fornitori, la contabilità, rispondere al telefono, a volte i rifornimenti ai veicoli, al riordino e le pulizie del piazzale, dell’ufficio e dei servizi.
Oggi, come ogni giorno, sono molti gli automobilisti che ,fedeli, passano a fare rifornimento da noi, li serviamo da anni, prima di andare al lavoro passano a darci il buongiorno, due chiacchiere, riempiono il serbatoio di carburante, una pulita al parabrezza e, arrivederci alla prossima! Sempre gentili.
Mi mancherà questa quotidianità?
Manca poco alla pensione, ho già dei progetti in mente, potrò occuparmi dei miei interessi, leggere, viaggiare, la casa, passare più tempo con le amiche, dedicare tempo a me stessa, e soprattutto fare tutto con calma..

La ‘pausa’ pranzo

Alle 12.30 in punto si chiude per la pausa pranzo, a casa ho il tempo di preparare il pasto, riassettare un po’ e dopo un caffè ritorneremo al piazzale fino alla chiusura.
Per una parte del pomeriggio avremo con noi nostra nipote, la terrò occupata in ufficio: le piace disegnare, ascoltare la radio, i nostri clienti la coccolano, le portano regalini, fanno complimenti, e a lei piace stare con noi.
L’autocisterna è arrivata, lo scarico del carburante è un processo delicato e molto pericoloso, negli anni le procedure sono diventate più sicure ed ho imparato, dopo molto tempo, a tenere a bada il mio terrore che una distrazione, una scintilla faccia esplodere tutto, noi compresi.
Ho annotato puntigliosamente le quantità di carburante.
Questa sera, a casa, farò coincidere le entrate e le spese della giornata, come faccio da anni, tutte le sere dopo cena, sul quaderno della contabilità del distributore, mentre mio marito sonnecchia sul divano.

Oggi tutto liscio!

Nessun intoppo, anche se ormai sono allenata ad affrontare ogni genere di problema.
Alle 19 si chiude, anche oggi ci siamo guadagnati la ‘pagnotta’.
Stasera dovrò lavare la sua divisa sporca di grasso delle auto, facendola bollire in una grande pentola piena di acqua e sapone, l’ho visto fare da mia madre, tanti anni fa quando lavorava come lavandaia.
Poi ci sarà la cena da preparare e servire, i nipoti da seguire, i miei conteggi, il cambio di abiti di mio marito che dovrà essere pronto al solito posto domani mattina.

Mi rilasso un po’, la stanchezza ora si fa sentire, seduta al tavolo della sala da pranzo tengo lo sguardo sulle parole crociate e, distrattamente, ascolto la TV.

E poi, finalmente, la buonanotte.


Woolf ProjectQui puoi leggere l’altra storia scritta da Giulia per ViWoP


Su questo tema puoi vedere la mostra ‘donne e lavoro‘ organizzata da Toponomastica femminile


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