Dopo aver subìto il proprio padre e averlo accudito secondo i condizionamenti imposti dalla società Laura Viola capisce di non averne più bisogno e pensa al proprio futuro

Ti ho curato,
per i nostri momenti di affetto,
per ogni singola esperienza insieme,
per le parole che non ti ho mai detto.

Ti ho accudito,
per quando hai ostacolato le mie decisioni
per quando volevi scegliere per me,
per le volte in cui hai bloccato le mie ambizioni.

Mi sono occupata di te,
per le volte che di te ho avuto timore,
per le volte che mi hai picchiata,
ma ero troppo piccola per capire.

Ti ho aiutato,
per le tue insinuazioni,
per quando mi hai dato della puttana,
per tutte le incomprensioni.

Ho vigilato su di te,
perché la società in cui vivo mi ha insegnato che era mio dovere,
perché la mia coscienza urlava
che non ti dovevo abbandonare

Ho badato a te,
perché in quel momento eri fragile,
e nessuno merita vendetta,
avevi bisogno di me, in un momento cosí difficile.

Ho pensato a te,
ed ora che non ci sei piú non me ne curo,
non ne ho più bisogno,
ora penso al futuro.


Sono Laura Viola, impiegata in una ditta di trasporti, costretta come tante altre lavoratrici allo smart working da casa in questo periodo di pandemia; ho due figli e nel poco tempo libero mi diletto in piccole semplici poesie senza pretese che sgorgano come una cascata dai miei sogni, diurni e notturni.


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