Nella tesi di laurea ‘Becoming Virginia Woolf: i diari e le lettere’ Serena Ammendola ci porta a scoprire una Virginia 21enne alle prese col debutto in società e il rito del tè tipici della società patriarcale dell’epoca

Il debutto in società, con la sorella Vanessa, l’insofferenza per l’ora del tè, che significava ricevere con le dovute maniere parenti e conoscenti, divenuti assidui durante l’anno di malattia del padre. Ma anche il ritorno in Cornovaglia alla riscoperta dei luoghi dell’infanzia. A farci scoprire questi aspetti relativi ad una giovane Virginia Stephen Woolf è Serena Ammendola, nella tesi di laurea ‘Becoming Virginia Woolf: i diari e le lettere’ sostenuta nell’anno accademico 2020-21 presso il Corso di Laurea Magistrale in Lingue e Letterature Moderne del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università della Calabria.

Becoming Virginia Woolf

‘Diventare Virginia Woolf’: la dottoressa Ammendola ci porta a scoprire attraverso i documenti, diari personali e scambi di missive, quali accadimenti e quali riflessioni abbiano influito nella maturazione della celebre scrittrice e pensatrice inglese, autrice di romanzi e saggi ritenuti pietre miliari della letteratura, del femminismo, della pace.
Negli stralci della tesi che ha gentilmente messo a disposizione del Virginia Woolf Project, Ammendola sottolinea l’importanza del diario e delle lettere del 1903, quando Virginia aveva 21 anni.
“Il 1903 è l’anno del debutto in società di Virginia e Vanessa Stephen che, incoraggiate o per meglio dire spinte, da George Duckworth, cominciano a frequentare il bel mondo vittoriano – spiega l’esperta -. George si era preso la responsabilità di introdurre le sorellastre in società e a farle partecipare a feste in cui entrambe si sentivano dolorosamente fuori posto. Ma è anche l’anno in cui un’importante figura femminile entra nella cerchia di amicizie più intime di Virginia: Violet Dickinson (…). Violet, che aveva tredici anni più di Virginia, divenne una confidente e un appoggio indispensabile, in un periodo doloroso in cui Leslie si consumava lentamente a causa di un tumore e che lo avrebbe portato a morire un anno dopo. Proprio le lettere che Virginia invia a Violet, descrivono dettagliatamente il lento declino di Leslie e, di conseguenza, l’atmosfera angosciante che si respirava in casa, nonché le innumerevoli visite dei parenti, la cui ipocrisia infastidiva terribilmente la giovane”.

L’ora del tè

“Ogni giorno, in salotto, all’ora del tè, Virginia e Vanessa si trovavano a dover intrattenere controvoglia amici di famiglia e parenti e a imparare l’arte delle buone maniere, ma anche a essere piacevoli e servizievoli scrive Ammendola -. Tutto avveniva sotto la supervisione di George Duckworth che, nel controllo di Virginia e Vanessa si era sostituito a Leslie, sempre più malato, sordo, burbero e isolato dal mondo. George esaminava le sue sorellastre ‘con l’occhio acuto e spietato di un sergente maggiore che ispezionava una recluta’. «Ogni giorno c’è un tè noiosissimo. Per lo più vecchi signori distinti, e qualche signora sentimentale – scriveva Woolf a proposito di quello che definisce il ‘tirocinio del tè’, che prendeva avvio dalle 16.30 quando gli uomini rincasavano dal lavoro -. […] la malattia di papà è almeno servita a rivelarmi a che punti di sentimentalismo e insulsaggine possa giungere la natura umana». Da adulta descriverà questo rito come il culmine della costruzione patriarcale vittoriana.

Alle feste sentendosi fuori posto

Partecipare alle feste non era senz’altro una distrazione: “(A Virginia) è chiaro, soprattutto, cosa non vuole: non le piace prendere parte alle feste a cui George e Gerald la costringono ad andare, non ama ballare, non riesce a immergersi in un mondo che le sembra vuoto e popolato da ‘pallidi fantasmi’ – spiega la relatrice nella tesi -. Lo sguardo che Woolf assume è quello dell’outsider, che pur trovandosi nel mezzo di un ballo, non si fa abbagliare dalle sue luci o sedurre dalla sua musica. La giovane preferisce rimanere al margine, discostata e attenta a cogliere i dettagli nascosti e, soprattutto, a smascherare le ipocrisie e le piccole miserie che si celano dietro i vestiti eleganti e le chiacchiere formali”. Tematiche che poi emergeranno forti nei suoi racconti e romanzi.

 


Segue parte 2 ‘Spettri in Cornovaglia’


Serena Ammendola Nata e cresciuta a Lamezia Terme, da sempre appassionata di disegno, arte e letteratura, soprattutto inglese. Neolaureata in Lingue e Letterature Moderne all’Università della Calabria con una tesi dal titolo Becoming Virginia Woolf: i diari e le lettere. Nel tempo libero scrive, disegna e traduce.


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