Due intellettuali a cento anni di distanza. Dalla stanza tutta per sé, pietra miliare del femminismo della saggista inglese, alle piazze viola del movimento Purple Square, nato per portare avanti il lavoro della scrittrice italiana, la messa a nudo del patriarcato

 

Si è parlato di genealogie woolfiane e matriarcali, anziché di eredità patriarcali spesso negate alle donne, nel confronto tra Virginia Woolf e Michela Murgia, autrici che, a 100 anni di distanza, hanno evidenziato in tutti i loro studi, riflessioni e scritti come la società patriarcale sottometta ieri e ancora oggi le donne.
Elisa Bolchi, vicepresidente dell’Italian Virginia Woolf Society e docente di Letteratura inglese all’Università di Ferrara, la prima ad esordire al seminario ‘Rooms Squares Universities’ presso l’Università della Calabria (ad Arcavacata, Cosenza, 11 gennaio 2024), ha messo subito in chiaro ciò che unisce, anche nelle differenze, le due intellettuali.

Genealogie woolfiane

Woolf, ha sottolineato Bolchi, nell’intervento Crescere nella stanza per costruire una casa. Genealogie Woolfiane, a differenza di Murgia non era un’attivista e per questo era criticata e nei suoi scritti non c’è la rabbia della scrittrice italiana: solo ne Le tre ghinee, alle porte della Seconda guerra mondiale, usa un “tono più greve”. Murgia, dal canto suo, aveva scelto di non includere Woolf tra le Morgane, figure femminili scomode ma da ricordare, perché la scrittrice inglese è morta suicida.
Ma proprio perché, ha rimarcato Bolchi, , dopo 100 anni il patriarcato è pressoché allo stesso livello e Murgia “deve ancora scrivere, di fatto, le stesse cose”, è normale, rimarca, che ci sia la necessità di fare tempesta contro l’oppressione. Giornate di studio come quella promossa dalla docente Bruna Mancini di Unical insieme a Purple square, movimento nato per sostenere l’onda sollevata da Murgia, prematuramente scomparsa nel 2023, servono appunto per tornare a fare il punto sul patriarcato e a richiamare le persone, e le donne in particolare, alla consapevolezza e all’azione.
Ricchi gli spunti di riflessione offerti da Bolchi, che ha parlato di una matrioska, per mettere in relazione l’università, la stanza e quindi il saggio di Woolf, l’elemento più piccolo ma che è il più grande di tutti.

Woolf e Murgia intellettuali

La stanza è un luogo necessario per “partire da sé”, della consapevolezza. Woolf e Murgia sono entrambe consapevoli del proprio ruolo intellettuale, lo rivendicano, ne sentono la responsabilità. Entrambe sono capaci di riflessioni argute e profonde, anche quando questo richiede tempo e fatica, e sono in grado di spiegarle con delle immagini efficaci (Judith Shakespeare/Woolf e Morgane/Murgia) e con quella semplicità che contraddistingue le grandi del pensiero che è allo stesso tempo denuncia contro la banalità. Sì, proprio quella pericolosa banalità del pensiero di cui parla Murgia in ‘Istruzioni per diventare fascisti’ che è poi la banalità del male descritta da Hanna Arendth.
Woolf, madre del pensiero, e Murgia, una delle sue figlie del pensiero, “che sono diverse e anche ribelli”, traducono poi la riflessione in invito all’azione, prendendoci “l’abitudine alla libertà”.

Ecco l’intervento di Elisa Bolchi (da remoto): “Crescere nella stanza per costruire una casa. Genealogie Woolfiane” al seminario ‘Rooms Squares Universities’ presso Università della Calabria – Unical (Arcavacata, Cosenza) 11 gennaio 2024

Dall’Angelo del focolare a Morgana

Dopo gli interventi di Alessandra Ruggiero su “Dalle sorelle Bronte a Margaret Atwood. Michela Murgia e il potere della parola performativa”, di Vincenzo Bochiccio su “Vino Vecchio in botti nuove. Autoritarismo ed eterosessismo benevolo in Italia’ e di Federico Cerminara su ‘Alleanze intersezionali, strategie di contrasto alla violenza di genere”, ha preso la parola Serena Ammendola, ricercatrice dell’Università della Calabria (che ha già pubblicato la sua tesi su Woolf e creazioni artistiche per il Virginia Woolf Project), che ha parlato de “La scrittura di Virginia Woolf. Dall’angelo del focolare a Morgana”. Ammendola presenta una Virginia Woolf irriverente, già un po’ Morgana sin da ragazzina, che denuncia l’ipocrisia della società vittoriana in cui è cresciuta con un’ironia graffiante. Figura simbolo è la madre di Virginia, Julia, vedova a 24 anno con 3 figli, che sposa in seconde nozze Leslie Stephen: si tratta di una donna molto bella e generosa, impegnata ad aiutare il prossimo. Incarna dunque quell’Angelo del focolare che Virginia scrittrice decide di uccidere metaforicamente per essere libera di scrivere.

L’intervento di Serena Ammendola

Ha chiuso la sessione mattutina del seminario “Rooms. Squares. Universities” la studente universitaria di Chimica e Farmaceutica Rita Greco con un excursus sui Nobel ‘rubati’ alle donne dagli scienziati con cui lavoravano.

Femminismo e Purple Square

Carlotta Vagnoli , nel pomeriggio, ha introdotto la seconda parte del seminario (moderatrice Carla Tempestoso) parlando di Femminismo e Purple Square: “Non c’è niente di più femminista che mettere al sicuro quelle che verranno dopo di noi – ha rimarcato Vagnoli parlando di Murgia che definisce “una delle poche teoriche del femminismo italiano, figura che mancava da Carla Lonzi in poi”. Il saggio “Stai zitta” spiega Vagnoli “è un manuale che analizza il passato e il contemporaneo e fornisce strumenti per migliorare il futuro, con un atteggiamento tipico femminista. Il Patriarcato è sempiterno per cui Stai zitta è un manuale che ci tornerà utile nei prossimi anni e decenni: vi troviamo risposte già pronte. Murgia, sottolinea, “ha codificato e previsto tutto”.
Ecco l’intervento di Carlotta Vagnoli in “Rooms. Squares. Universities”.

Le attiviste di Purple Square

Il confronto Woolf Murgia è entrato nel vivo con le presentazioni elaborate da sostenitrici del movimento Purple Square, che Unical ha accolto. Si è trattato inoltre del primo evento pubblico di Purple Square dopo la morte di Michela Murgia nel 2023.
Alcune attiviste, dal nord a sud d’Italia, (proprio per questo poi non tutte presenti in presenza in Calabria) si sono confrontate leggendo tutte Una stanza tutta per sé , pietra miliare del femminismo, pubblicazione del 1929 che raccoglie alcune lezioni tenute da Virginia Stephen Woolf. Le volontarie, si sono poi suddivise in quattro gruppi, ciascuno dei quali ha confrontato il testo woolfiano con quattro opere di Murgia: Ave Mary e God Save the Queer, sulla possibile conciliazione tra fede e femminismo smantellando il patriarcato, Stai zitta e il libro con relativi podcast ‘Morgane

Murgia e la Queerness

Si tratta di relazioni che sono preziosi scrigni preziosi perché si tratta di confronti e approfondimenti ancora inediti. In cui, come sottolineato da Bolchi, Murgia, figlia ribelle della madre del pensiero Woolf, torna a denunciare la società patriarcale che è tutta intorno a dentro noi e che opprime il genere femminile. E lo fa usando gli strumenti di questo tempo, a partire dai social ai podcast, senza dimenticare trasmissioni radio e tv, libri e saggi, e dando eco profonda a parole come ‘querness’. Cento anni dopo, dunque, tira le somme e denuncia come poco sia cambiato rispetto ai primi del Novecento,, invitando le donne a essere disobbedienti, a a piacersi anziché compiacere.

Ecco dunque i quattro interventi, delle attiviste di Purple Square uno dei quali realizzato proprio in collaborazione anche di Virginia Woolf Project.

Disarmiamo il linguaggio sessista

Claudia Amendola e Annamaria Cama: Disarmiamo il linguaggio sessista. Una stanza tutta per noi come spazio di libertà espressiva” 

Le disobbedienti: Maria di Nazareth, Michela Murgia e Virginia Woolf

Rosi Caligiuri Miriam Maruca e Rosa Locci su “Sia fatta la mia volontà. Richiamo al dissenso. Le disobbedienti: Maria di Nazareth, Michela Murgia e Virginia Woolf

Patrioska, smontare il patriarcato

Giusy spezzano , Laura De Benedetti (Virginia Woolf Project) e Silvia Lollo su “Patrioska, smontare il patriarcato, uscire dalla stanza tutta per sé e ritrovarsi in Purple Square”

Morgane, eversive che osano la libertà

Maria Francesca Prestinicola e Valeria Mazzucco su “Morgane , aprire le nebbie , spostare il confine. Eversive che osano la libertà” .

Le locandine dell’evento ‘Rooms Squares Universities’ presso Università della Calabria – Unical (Arcavacata, Cosenza) 11 gennaio 2024 con Purple Square confronto tra Virginia Stephen Woolf e Michela Murgia (con la collaborazione di Virginia Woolf Project)

Rooms. Square. Universities.

Rooms. Square. Universities.

 

Rooms. Square. Universities. Programma e relatrici

Rooms. Square. Universities. Programma e relatrici

Può accadere ogni cosa quando la femminilità cesserà di essere un’occupazione protetta”

Virginia Woolf ‘Una stanza tutta per sé’

“Disegnare Dio a propria immagine fu il modo in cui le classi privilegiate riuscirono a rendere letteralmente sacrosanto il dislivello dei diritti che c’era da prima”

Michela Murgia ‘God save the queer’

Lucy: “Giornata memorabile”

Ciao a tuttə mi chiamo Lucy e l’11 gennaio ho partecipato alla giornata di studio su Virginia Woolf e Michela Murgia all’Unical“.. Esordisce così un messaggio scritto da Lucy e postato su Telegram, nel gruppo Purple Square progetto Woolf / Murgia e che ha dato la percezione alle volontarie che si sono prestate al confronto per prepararsi al seminario all’Unical di aver colpito nel segno sia con l’iniziativa ‘Libro sospeso’ con l’omaggio di alcuni testi murgiani donati all’Università, sia con la coinvolgente iniziativa. di studio
Scrive infatti Lucy, il giorno dopo l’evento: “Ieri sono tornata a casa con il cuore pieno, ieri è stata una giornata indimenticabile, memorabile. Ci ho dovuto dormire su per rielaborare ciò che è stato, ciò che è accaduto e sento il bisogno, la necessità e l’urgenza di parlarne, di condividerlo con voi. Ieri all’University Club dell’Unical è stata avviata una rivoluzione, ieri è arrivata una tempesta che credo non si placherà così facilmente. Grazie alla collaborazione e alla sinergia tra Purple Square – realtà transfemminista intersezionale che tiene in vita la genealogia e il ricordo di Michela Murgia, grande donna e scrittrice dalla penna anticonvenzionale e progressista – e il Dipartimento di Studi Umanistici, in particolare la cattedra di letteratura inglese presieduta dalla professoressa Bruna Mancini, è stato smosso qualcosa negli animi di chi era presente; sono certa che chi ha assistito al seminario, dal titolo ROOMS. SQUARES. UNIVERSITIES. Spazi e generi da Virginia Woolf a Michela Murgia ne sia uscitə arricchitə non soltanto dal punto di vista culturale, bensì dal punto di vista umano. ‘Creare connessioni’ è stata la parola chiave della giornata. Mondi, epoche, scritture che apparentemente possono sembrare distanti in realtà sono molto vicini se si cerca un filo conduttore in grado di unirli. Per quanto impensabile potrebbe essere, è emerso nel corso dei brillanti interventi che Virginia Woolf e Michela Murgia – seppur nate in due epoche differenti – non sono poi così lontane per quel che riguarda il pensiero e la scrittura. Quella ‘stanza tutta per sé‘, trasportata nel presente, non rimane uno spazio inesplorato e nascosto, ma diventa uno spazio di libertà espressiva privo di pregiudizi; 
uno spazio non necessariamente fisico, ma anche virtuale come ha sottolineato la scrittrice, attivista e content creator Carlotta Vagnoli, affermando nel corso del suo intervento che Michela Murgia è stata una delle prime a concepire l‘importanza dell’uso dei social come strumento divulgativo. Non è tollerabile che le voci delle donne vengano taciute quando si esprimono per rispondere a quelle voci che provengono dal patriarcato, dominante e pericoloso; “Stai zitta”, “Non capisci nulla”, “Cosa ne vuoi sapere”, “Abbassa i toni”, “Non sono argomenti che possono riguardarti”, “Sei una stupida” – e potrei continuare all’infinito – sono insulti che ci vengono urlati in faccia spesse volte, ma che rinvigoriscono il nostro animo, che ci spingono a continuare a lottare, ad essere delle Morgane – riprendendo la definizione di Murgia e Tagliaferri – controcorrente, rivoluzionarie e difficili da collocare
Questa giornata di studio è servita per sottolineare che l’eterogeneità, la diversità e l’inclusività sono gli elementi fondanti del femminismo e non rappresentano muri o margini invalicabili. Sono concetti che ancora oggi impauriscono ed impressionano la società che cerca di non farli emergere, ma presenti da sempre. La fame di cultura, la voglia di viaggiare, la necessità di creare connessioni già sopracitata ci permettono di osare, di spostare i confini e di perseguire la libertà. L’iniziativa del ‘libro sospeso’ concretizzatasi ieri nel e per il Disu rappresenta un ottimo punto di partenza; le idee circolano, non sono in grado di fermarsi e arrivano lontano. 
Questa è l’idea di università che mi piace, un’idea di università che unisce
“E se a cambiare fossero le storie che ci insegnano da bambini? Se anziché farli addormentare sognandosi soli contro il mondo e l’uno contro l’altro dessimo loro avventure dove diventare potenti insieme?”. (Michela Murgia, Noi siamo tempesta).”.